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E adesso che abbiamo il ponte, ci manca solo il fossato…

Tra il vecchio Doc e il giovane Davide, non si sa chi del ponte si curi di meno…
English Abstract at the End of the Post
… Per sentirci al sicuro nel nostro castello in cima al Monte! A parte gli scherzi, visti i nuovi arrrivi e il lavoro da fare sui cavalli nuovi, il fatto che gli amici della Segheria Cugini di Fidenza abbiano terminato di preparare il nostro ponte di addestramento è davvero cosa importante.

Riot poco convinto: che c’è sotto?
Come temiamo non molti sappiano, i cavalli, così come le mucche, non amano infatti mettere le zampe sopra qualcosa che percepiscano avere “del vuoto sotto”. In molti ranch del sud degli Stati Uniti, per esempio, i corral non sono chiusi con porte, ma con fossati sui quali vengono stesi dei tubi distanziati di pochi centimetri gli uni dagli altri. I cowboys possono entrare e uscire senza dover scendere ad aprire e chiudere, mentre le mucche rimangono bloccate dentro dalla loro paura del vuoto. Non di rado, passando in auto lungo le solitarie strade del West, si vedono infatti gruppi di animali guardare desolati l’erba fresca fuori dal loro recinto ormai calpestato e sterile, incapaci però osare fare un passo per attraversare quegli stretti ponticelli.
Al Lupo è capitato di scoprire cavalli a lui affidati come preparatissimi e tranquillissimi imbizzarrirsi invece non appena portati a passare su un sovrappasso autostradale, per quanto spesso e capace di portare tir carichi di merci: gli animali sentivano che qualcosa sotto i loro zoccoli non era “normale” e non ne volevano sapere di affrontare “l’ignoto”.
Avere un attrezzo del genere è quindi cosa buona e giusta e utile, per insegnare non solo ai cavalli, ma anche ai cavalieri, come ci si comporta in certe situazioni. Pare che sempre meno ci credano, ma non tutta la vita si svolge in un’arena, per fortuna!
The training bridge is in, finally. Few people know that horses and cows don’t like to pass over something they feel “empty”. In many US ranches they use this istinct to avoid building gates: they just dig a trench in a gap of the fences, they cover it with iron tubes and that’s all. Pickups and cars can pass without any need to get off to open the gate, while the herd remains inside not daring to adventure over that “shaky” bridge.
Unfortunately a lot of people think that the life has to pass by only into the arenas. We don’t, so we train our horses to cope with the real world, bridges included!
Not Saying Sorry
Same thing, it doesn’t matter what side of the Ocean…
Un bel post in cui si spiega perchè chi fa bene il suo lavoro, non solo con i cavalli, non ha ragione per chiedere scusa
“Regret is unprofessional.” — M, Skyfall
Never say you’re sorry. That was the cardinal rule of wrangling.
In customer service, the customer is always right. Not here. Here, the rules were a little different. If something ever went wrong–and something often did–it was not the wrangler’s fault, it was not the horse’s fault (“Our horses don’t do that.”), and it was quite obviously, but always implicitly, the guest’s fault. All that was usually true. More importantly, in never saying sorry, we tiptoed across the legal tightrope of culpability and lawsuits, safeguarded by our training, first aid and CPR certification, and our trusted ability to make good decisions. To apologize was to accept fault. We did not.
I was amazed by two aspects of this equation: first, the general senselessness of guests and lack of regard for one’s personal safety around large and unpredictable animals (even in the case of some…
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Wyoming? Montana? Maremma? No, Rancho Comancho!

L’arrivo dei cavalli nel nuovo pascolo
Lo sappiamo, non ci dobbiamo esaltare e dobbiamo pure chiedere scusa per tutto il tempo in cui abbiamo scritto poco, se non nulla. Però adesso che abbiamo quasi finito i grandi lavori estivi (compreso il nuovo sito per tutte le cose che mette in ordine tutte le cose che facciamo e consente di acquistare prodotti e servizi da casa), be’, lasciateci essere contenti, contenti almeno quanto i cavalli nostri ospiti nei pascoli in cui possono vivere quasi come fossero liberi.
Avete visto in un post precedente come l’intera tenuta sia stata ormai quasi completamente recintata, lasciando in pratica noi umani all’interno di un’area attrezzata con casa, campi e piscina, circondata dai paddock e dai boschi a disposizione dei nostri cavalli. I pascoli sono tutti aperti verso le arene vicino a casa, un modo che sia comodo portare gli animali al lavoro.
Ma i pascoli sono anche collegati tra loro, in modo da consentire la rotazione che ci aiuterà a salvaguardare il manto erboso, almeno nel periodo in cui le pioggie non ci obbligheranno a tenere i cavalli nei recinti piccoli e nei rifugi invernali.
La prima piccola transumanza è stata un momento piuttosto emozionante: ammettetelo, lo spettacolo che offre Bellalavalle (campo da golf compreso), tutto intorno al nostro ranch non ha nulla da invidiare ad altri paesaggi più rinomati (dalla Toscana al Montana, appunto), ma non certo tanto più belli (e tenete presente che noi siamo a poco più di cento chilometri da Milano e Bologna, con l’autostrada a venti minuti).
Venite a trovarci e ci saprete dire!
We are in English too, eventually! Siamo anche in inglese, finalmente!
We have now a full translation of Rancho’s Commercial pages (click on the image or here). It’s not enough, we know it, but at least our English-speaking friends can now learn something more about our place and about the service we offer.
We hope Maggie and Sacha will have soon time to translate all our posts too (this is the old Wolf English, not their, of course).
Abbiamo tradotto tutte le pagine del sito commerciale in inglese, finalmente. Non è molto, ma almeno è già qualcosa, utile per far capire agli amici di lingua inglese che cosa sta succedendo qui. Speriamo presto di avere tempo per tradurre tutto quel che verrà pubblicato sul sito (e specialmente che siano Maggie e Sacha e non il vecchio Lupo a farlo: queste righe le ha scritte lui, e si capisce… dovrebbe andare a lezione da Maggie, altro che America!)
