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Ciao Glenn, amico dei bambini e nostro

La mano di Katie copre quella di Glenn Doman durante una cerimonia agli Istituti di Philadelphia, l’anno scorso. Sempre insieme per più di settanta anni.
Glenn aveva da aiutare i bambini dall’altra parte e Katie ha capito, lasciandolo andare. Capiamo, ma ci dispiace. Era anche un amico della nostra famiglia e del ranch e di tutte le cose belle che si possono fare.
E ci ricorderà sempre che le cose belle non solo si possono, ma si devono fare.
Ciao, Glenn
In attesa di primavera, arriva Rocky!

Rocky, anziano ma solido, arriverà presto al Ranch
Una buona notizia, sperando serva a sbloccare almeno la voglia di cavalcare, se non il tempo infame che ci accompagna. Visti i tanti bambini che ormai sono quasi pronti a fare le prime uscite avevamo bisogno di un cavallo anziano, docile ma sano e forte per cominciare a portare fuori i nuovi cavalieri. Grazie all’amica Fanny sta arrivando Rocky. Sacha è stata a conoscerlo ieri e forse avrà anche delle altre sorprese. Per ora di certo c’è che tra poco Rocky sarà dei nostri e dopo il solito periodo di adattamento sarà pronto a scorrazzare i nostri soci, anche i più piccoli, su e giù per le nostre colline.
Grazie Fanny!
Vogliamo Al Gore a spalar neve, a vita!

Cinquanta centimetri di neve in una notte di quasi primavera
Tra un paio di giorni comincia ufficialmente la primavera. Giusto. Ieri, però, alla faccia del riscaldamento globale, ci siamo beccati un bel 50 centimetri di neve in una sola notte (notare i panni stesi il pomeriggio prima). Certo, diranno che pure questa è colpa di quanto siamo cattivi noi con la natura, ma a noi pare invece non ci si ricordi più di come erano gli inverni solo una trentina di anni fa… Per esempio, in questa valle il cui monte più alto supera a mala pena gli 800 metri, era stata realizzata una pista da sci, con tanto di impianto di risalita. Già, perchè negli anni’70 si dicevano certi, gli scienziati dello stesso genere di quelli che adesso ci vedono di nuovo con le balene a sguazzare in giardino, che nel 2000 sarebbe iniziata una nuova era glaciale.

Sky perplesso immerso nella neve: dov’è finita l’erba di ieri sera?
Siamo degli scettici? No, siamo realisti come la marea di scienziati che Marco ha conosciuto e intervistato negli ultimi vent’anni: ne sappiamo troppo poco, abbiamo troppi pochi dati per capire se sta succedendo qualcosa e ancora meno per poter dire con certezza da che cosa dipende ciò che sta eventualmente accadendo. Quando era in Antartide, nel 1999, Marco ha visto con i suoi occhi la banchisa essere di due metri più spessa di quel che era stato previsto (come racconta nel suo libro Orizzonte Bianco), mentre in Italia e in Europa si raccontava di come il Polo Sud si stesse sciogliendo (mentre solo in quell’anno scienziati italiani stavano cominciando a rendere possibile misurare lo spessore del ghiaccio sul continente).

Operazione recupero dei panni stesi al sole il pomeriggio prima della nevicata
Tutto va bene madama la marchesa, allora? Continuiamo allora a sporcare, sprecare, ristruggere il futuro da soli rovinando il pianeta? Certo che no. E’ un dovere preservare quel che abbiamo. Non solo: è un dovere cercare di recuperare quel che abbiamo già distrutto. Ma questo non significa dover creare mostri di cui aver paura, come se l’umanità fosse composta da bambini che bisogna spaventare con “l’uomo nero” (politicamente corretto, vero? altra menata) o il “bobolo” o che altro: sarebbe ora di cominciare a crescere e dimostrarci degni di questi due o tre miseri strati di cellule grigie dette cortecce cerebrali che abbiamo.
Facciamo le cose giuste perchè sono giuste, non perchè abbiamo paura. La paura uccide (e spalare la neve no, se il cuore è a posto: quindi, caro Al Gore, ti aspettiamo qui da noi, appena hai finito di parlare ai portafogli di chi ti aiuta!).
La carta canta, la sella conta

Il brevetto conseguito questa settimana da Sacha
La Lupetta ha colpito ancora, aggiungendo un ulteriore brevetto ai suoi tre precedenti: sta facendo in un anno più di quanto il vecchio Lupo abbia mai accettato o anche solo pensato di voler fare. Il suo parere rimane che l’importante è farsi un culo tanto, se ci passate la volgarità, soprattutto sulla sella. La carta serve per le carte che ci vogliono tutti constringere a far contare più della realtà. Ne teniamo conto perchè tocca far così, ma qui al ranch rimaniamo convinti che sia il tempo passato con il sedere sulla sella e la testa sulle spalle a fare la differenza.
Ben vengano però tutti questi corsi che Sacha sta superando, per l’esperienza che accumula e le persone che conosce e con cui impara a interagire. La Sef si dimostra solida e realistica nel suo approccio e questo va bene, viste appunto le persone che la popolano e ciò è bene. Per tutta la compagnia cantante dei burocrati invece, ecco che si è aggiunto un altro tassello alla costruzione del fascicolo richiesto.
Per noi, per i nostri soci e amici l’ennesimo successo di Sacha dimostra una volta in più che la scuola è quella buona.
Complimenti Sacha! Que viva el Rancho!