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I pancakes di Sacha, ecco che cosa vi perdete a non dormire al Ranch!

Quando lo chiamiamo Bed & Brunch, ci sarà un motivo, o no?
English Abstract at the End of the Post
La prova di che cosa sia la prima colazione nel Bed & Brunch di Rancho Comancho l’abbiamo dovuta rubare da Face Boook (dove adesso si ripeterà in automatico), perchè così succede, a volte, in famiglia… Ma non potevamo non rimettere a disposizione del mondo intero la consapevolezza di quanto si perde che non si ferma anche a dormire da noi.
Questa edlla foto sopra, poi, è la dose della sola Lupetta: per gli amici di solito esagera e ne fa di più, molti di più… Le informazioni su costi e camere le trovate qui: per i soci e i cavalieri (di qualsiasi sesso ed età) che volessero avere delle offerte personalizzate bipedi/quadrupedi, compilate il modulo piùi n basso. Grazie e a presto!
This is just a taste of the usual Brunch in Rancho Comancho: It’s Sacha’s early morning serving. She cooks much more of them for our guests. One of the many reasons to come in our place for more than one day. Special offers for riders with their own horses. For info, fill the form. See you soon!
Prepariamoci all’inverno, ricordiamo l’estate…

Arriva il primo inverno per i più giovani del Ranch
Al Ranch si stanno ormai sistemando le cose per essere pronti all’inverno che viene. Speriamo non sia pesante come quello dello scorso anno (saluti, Al Gore: sempre pronti ad averti qui con noi a spalare, se non sei troppo preso a contare i soldi che le tue società di “energia pulita” stanno facendo), ma vogliamo essere pronti.

Si sistema il fondo per i nuovi utilizzi invernali…
Sacha, finiti i lavori estivi e la realizzazione dei quattro grandi pascoli principali, sta studiando la sistemazione del capannone perchè sia pronto a ospitare tutti i nostri ospiti a 4 zampe e stiamo anche dando il via a una serie di lavori di sistemazione di conduttore, drenaggi e fondi perchè far star bene gli animali non costi a noi più fatica del dovuto.
Man mano che sistemiamo e che proseguiamo con i lavori, vi terremo aggiornati, ma intanto volevamo salutare la buona stagione ormai andata facendo un omaggio a due giovani amiche e socie, Francesca a Maggie.

Sacha e Riccardo in pausa: i recinti sono finiti
Sempre più brave a cavallo e pronte, quando la scuola permette e quando possibile in sella (o anche senza) a darci una mano. Non sono assolutamente le sole, anzi e quindi insieme a loro salutiamo anche tutti gli amici che ci hanno dato e ci danno costantemente una mano, Chicco, Riccardo, Jessica, Ramona, Vladimir, Marika, Giuseppe, tutti i soci, anche i fornitori e i tecnici e sinanche i burocrati che ci rendono possibile proseguire questa avventura che l’anno prossimo, incredibile a dirsi, sarà arrivata ai vent’anni di età in cima a questo Monte (più i cinque sulle Apuane, a Caprigliola).
Ma soprattutto vogliamo salutare donna Maggie, quella americana, che tiene insieme il ranch e tutto il resto, a costo di non riuscire ad andare a cavallo quanto vorrebbe e meriterebbe. Il prossimo anno, però, è una promessa che ci ha fatto e che le abbiamo fatto, passerà molto più tempo in sella: so long, Maggie!

Maggie finalmente in sella: dovrà accadere più spesso, è una promessa!
The Winter Cowboy
Beautiful picture… We know pretty well what are you talking about as you can see from the few of our place we added on the reblogging. Snow seasons are back in Italy and allover the world: maybe General Winter didin’t heard about Al Gore’s rants.
We’re getting ready for the new white coming and our horses and friends too. Come visit us!
Questa bella foto in apertura ha vinto un tot di premi internazionali e ci dà la scusa per pubblicare alcune delle nostre, riguardanti gli inverni scorsi,sempre più freddi e incuranti dei ragli di Al Gore. Sue Thomson, l’autrice dello scatto, ha colto il cowboy in questione nel bel mezzo delle Black Hills, le colline sacre, nel Nord Est del Wyoming.
Early one cold winter morning, five cowboys saddled up and rode out into the snow covered fields of the Black Hills of Northeastern Wyoming.
It is not often that a young Aussie lass, that would be me, has the chance to have real cowboys at her beck and call and shoot images. Not even a temperature of minus 30 degrees and a howling wind, could dampen my excitement.
After shooting for a while, I asked Tommy to go into the forest and then weave back out through the trees towards me. His horse spooked, he crashed through some branches, he cussed, he cussed very loudly, the snow dropped on to his hat…..and that was the shot I was after!
This image has won a number of international awards, including a Silver Award in the 2012 International Loupe Awards.
“Winter In Wyoming” © Sue Thomson 2012
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Vogliamo Al Gore a spalar neve, a vita!

Cinquanta centimetri di neve in una notte di quasi primavera
Tra un paio di giorni comincia ufficialmente la primavera. Giusto. Ieri, però, alla faccia del riscaldamento globale, ci siamo beccati un bel 50 centimetri di neve in una sola notte (notare i panni stesi il pomeriggio prima). Certo, diranno che pure questa è colpa di quanto siamo cattivi noi con la natura, ma a noi pare invece non ci si ricordi più di come erano gli inverni solo una trentina di anni fa… Per esempio, in questa valle il cui monte più alto supera a mala pena gli 800 metri, era stata realizzata una pista da sci, con tanto di impianto di risalita. Già, perchè negli anni’70 si dicevano certi, gli scienziati dello stesso genere di quelli che adesso ci vedono di nuovo con le balene a sguazzare in giardino, che nel 2000 sarebbe iniziata una nuova era glaciale.

Sky perplesso immerso nella neve: dov’è finita l’erba di ieri sera?
Siamo degli scettici? No, siamo realisti come la marea di scienziati che Marco ha conosciuto e intervistato negli ultimi vent’anni: ne sappiamo troppo poco, abbiamo troppi pochi dati per capire se sta succedendo qualcosa e ancora meno per poter dire con certezza da che cosa dipende ciò che sta eventualmente accadendo. Quando era in Antartide, nel 1999, Marco ha visto con i suoi occhi la banchisa essere di due metri più spessa di quel che era stato previsto (come racconta nel suo libro Orizzonte Bianco), mentre in Italia e in Europa si raccontava di come il Polo Sud si stesse sciogliendo (mentre solo in quell’anno scienziati italiani stavano cominciando a rendere possibile misurare lo spessore del ghiaccio sul continente).

Operazione recupero dei panni stesi al sole il pomeriggio prima della nevicata
Tutto va bene madama la marchesa, allora? Continuiamo allora a sporcare, sprecare, ristruggere il futuro da soli rovinando il pianeta? Certo che no. E’ un dovere preservare quel che abbiamo. Non solo: è un dovere cercare di recuperare quel che abbiamo già distrutto. Ma questo non significa dover creare mostri di cui aver paura, come se l’umanità fosse composta da bambini che bisogna spaventare con “l’uomo nero” (politicamente corretto, vero? altra menata) o il “bobolo” o che altro: sarebbe ora di cominciare a crescere e dimostrarci degni di questi due o tre miseri strati di cellule grigie dette cortecce cerebrali che abbiamo.
Facciamo le cose giuste perchè sono giuste, non perchè abbiamo paura. La paura uccide (e spalare la neve no, se il cuore è a posto: quindi, caro Al Gore, ti aspettiamo qui da noi, appena hai finito di parlare ai portafogli di chi ti aiuta!).